GLI INTENTI PROGRAMMATICI E IL LAVORO SVOLTO

 

In sinergia con alcune delle migliori forze della Città e sposando l’idea che “La bellezza salverà il mondo”, ha operato affinché l’equazione “Cultura=Legalità=Sicurezza” diventasse un imperativo categorico, e non solo per i cittadini di Messina.

Oltre alle decine di mostre d’Arte (ultime quelle del 2013 a Forte Petrazza di Messina dedicata all’arte del Giappone e quella del “Domino” al “Mud Museum-Spazio per il Fuori Expo 2015” di Pero-Milano) il Museo ha organizzato una serie di convegni, eventi ed incontri con le intelligenze di vari settori e soprattutto con i giovani delle scuole. Obbiettivo: bonificare il territorio.

Con l’ideazione della “Montagna ad Arte” poi (sono state fin qui realizzate le prime tre opere) ha progettato un percorso che rendesse tangibili le parole di Dostoevski, che sono anche di Mons. Ravasi:

… la bruttezza estetica conduce alla bruttura etica, ed è per questo che è necessario ritornare alla bellezza come antidoto alla cupa pesantezza e volgarità dei nuovi stili di vita. (da “La bellezza trafigge. Come la Fede”).

Sapevamo che questo nostro operare sarebbe entrato in conflitto con lo scempio di decenni e avrebbe trovato l’opposizione agguerrita di chi amministrava e governava politicamente, economicamente e culturalmente la Città.

Più volte blanditi con proposte di compromessi abbiamo “bypassato” “le autorità incompetenti” e abbiamo “dribblato” i numerosissimi lacchè che, senza neanche competenza o incarichi specifici, ci hanno sempre ostacolato, ma rimanendo nell’ombra, abituati come sono a pescare nel torbido senza mai confrontarsi a viso aperto, soprattutto su questioni culturali e artistiche a cui sono palesemente estranei.

Utilizzando le nostre forze propositive, in sinergia con quelle già sopracitate, abbiamo attraversato il nostro deserto e il Progetto del Museo del Fango è oggi conosciuto in tutto il mondo.

 

Dario Fo e Cannaò in occasione dell'omaggio

di Fo al Museo del Fango

 

Antonio Presti e M. Cannaò