vannetta cavallotti |
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Nata a Palermo, trascorre la sua adolescenza a Torino dove frequenta lo studio del pittore surrealista Raffaele Ponte Corvo. E surrealista è il taglio delle sue prime opere polimateriche esposte a partire dal 1976. Il ready-made dell'iconografia museale diventa il tratto caratteristico degli Autoritratti eseguiti fino al 1988. In contemporanea, la produzione delle Sculture, formate da brani anatomici assemblati in modo straniante ad oggetti di uso comune. L'uso dei materiali industriali, come il polistirolo o il poliuretano espanso e la resina poliestere, le permettono di simulare materiali antichi e di umanizzare quelli tecnologici. Tra queste la più nota è L'Annunciazione, esposta per la prima volta alla Galleria "Schubert" (Milano,1985) con la recensione critica di Marisa Vescovo. Gli Zoomorfismi sono sculture di piccole dimensioni in ceramica e resina poliestere realizzate presso la manifattura Giuseppe Mazzotti di Albissola nel 1987. Nel 1984, 1985 e 1988 seguono mostre sul tema Arte o Design. Nel 1989 realizza il ciclo "Omaggio a Camille Claudel", cinque sculture policrome dedicate all'artista francese. Nel 1992-93, su richiesta di Ugo Ronfani, realizza il ciclo "Omaggio a Goldoni" per il Bicentenario della morte di Goldoni. L'antologica "Stupor Mundi: un retablo e altre storie", allestita nella ex Chiesa della Maddalena (Bergamo,1993) e curata da Marco Lorandi, comprende opere dal 1979 al 1993. Le fibre ottiche diventano il nuovo materiale usato per i Vuoti a rendere: sculture fruibili frontalmente e costruite dentro piccole casse di vino. Del 1999 è l'antologica allestita a Palazzo Moroni a Bergamo. Dopo la morte del marito, compagno e insostituibile collaboratore nella ricerca di nuovi materiali, gli dedica nel 2005 la mostra "Angeli e Diavoli", ispirata al tema dell'Angelo, quale trasposizione poetica e simbolica di una realtà perduta.
Nella mostra
antologica del 2000 al
Museo Parmeggiani (Renazzo di Cento FE), espone opere
prodotte nell'arco di venti anni.
Nello stesso anno partecipa a una collettiva itinerante di rilievo
nazionale, dal titolo "Vanitas vanitatum. Et omnia vanitas", a cura di
Maria Censi e Alfonso Panzetta. Nel 2001 partecipa alla prima
edizione del "Rencontre Europeenne de sculture", patrocinata dalla città
di Montauban e prende parte alla rassegna "Artissima" di Torino, con la
Galleria Carlina,
esponendo un allestimento dal titolo
Quartetto per violoncello solo
che vede l'utilizzo delle fibre ottiche quale metafora della
corrispondenza tra luce e suono. Lo stesso allestimento, nel 2002, viene
esposto alla Galleria d'arte di
Bergamo, con testo critico di Arturo Schwarz
e in seguito, sempre a Bergamo, nel cortile della
Camera di Commercio per
le "Notti di Luce".
Sempre nel 2001 tiene due importanti mostre personali: una alla
Galleria Schubert
(Milano) con opere in fibra ottica e alcune delle opere dedicate all'Angelo; l'altra a
Palazzo Moroni (Bergamo) per l'apertura
delle dimore storiche.
Nel 2006
partecipa alla collettiva "Una mostra tattile" (Bergamo,
Chiesa di S. Agostino in Città-Alta),
dedicata ai non vedenti.
Nel 2007
inizia a lavorare su un ciclo di opere di piccole dimensioni, in resina
e materiali vari, ispirate alla tragedia avvenuta a Beslan nel settembre
del 2004, dove morirono in una scuola 334 persone di cui 186 bambini. La
mostra, dal titolo "Bambini di Beslan" itinerante, ha come prima sede la
Casa Natale di Cesare Pavese
(S. Stefano Belbo), quindi il
Musarmo di Mombercelli e altre sedi. Nel 2007 al XI Premio Nazionale di Scultura Cesare Pavese riceve il Premio speciale della Giuria. |
opera 59 tecnica mista |
Contatti: vannettacavallotti1@alice.it |